
Il CRAC Puglia (Centro di Ricerca Arte Contemporanea) in occasione del suo decennale (2015-2025) promuove ed organizza venerdì 23 maggio p.v. nei suoi spazi museali (ex Convento dei Padri Olivetani, Corso Vittorio Emanuele II n.17, Centro storico di Taranto), un particolare evento culturale, articolato in tre diversi momenti: Nicola Carrino e Pino Spagnulo, omaggio, con una selezione di opere e documenti, a due maestri tarantini protagonisti internazionali dell’Arte Contemporanea; Incontro d’esperienza con la partecipazione di studiosi della ricerca artistica; Dibattito pubblico sul tema “Arte Contemporanea a Taranto”.
Educare al bello è, come qualcuno ha sostenuto, «un antidoto all’indifferenza dei tempi». Il bello
contribuisce a costruire una identità del cittadino nel rapporto con il suo territorio. Alla luce di questo presupposto e dopo numerose iniziative progettate nel corso degli anni per dotare la città di Taranto di una galleria civica o di un museo d’arte moderna e contemporanea, nel 2015 la Fondazione Rocco Spani ETS istituisce, per volontà di Giulio De Mitri e di un gruppo di intellettuali, nel centro storico di Taranto, il CRAC Puglia – Centro di Ricerca Arte Contemporanea, con annessa biblioteca dedicata alla memoria del noto storico e critico d’arte tarantino Franco Sossi.

«Una struttura per l’arte contemporanea – scrive Pietro Marino – è stato uno dei sogni continuamente interrotti (anche) di Taranto: dal premio nazionale di pittura,
nato del 1948 e presto defunto, all’ambizioso progetto dell’ARSMAC, partorito dalla Provincia nel 2005 e portato avanti per alcuni anni per poi perdersi nel vuoto. Vi ebbe parte attiva Giulio De Mitri, artista che non ha mai cessato di impegnarsi nel sociale, per la sua città, anche con una Fondazione, la “Rocco Spani”, che svolge attività creativo-formative per minori e disagiati.»
IL CRAC Puglia viene istituito nel 2015 e acquisisce ventisei opere di affermati artisti contemporanei (tra cui Bruno Munari, Getulio Alviani, Nicola Carrino, Luigi Mainolfi, Pino Pascali, Mauro Staccioli, Giuseppe Spagnulo, Oliviero Rainaldi, Joseph Beuys), costituendo il primo nucleo della collezione permanente: Piano Effe. Archivio Storico Nazionale del Progetto d’Artista e dello Studio preparatorio. Nel corso degli anni, il CRAC viene riconosciuto dalla Regione ed entra a far parte della rete dei Musei di Puglia. L’attività si focalizza primariamente sugli strumenti metodologici dell’analisi, della documentazione, del disegno, dello studio preparatorio e della pianificazione di teorie e prassi della produzione artistica contemporanea, presidio che guarda prima al progetto che al prodotto finale e che agisce come incubatore di azioni e interventi diretti sul territorio. Si pone come strumento in grado di confrontarsi con le best practice del territorio nazionale ed internazionale, al fine di produrre interventi di rigenerazione urbana e ambientale, azioni di recupero e di promozione del patrimonio storico-culturale attraverso laboratori didattici, residenze d’artista, mostre di rilievo storico e sperimentale.
Studio, ricerca, progettazione pedagogica e sperimentazione attiva nelle diversificate attività – afferma il professor Giulio De Mitri, presidente della Fondazione Rocco Spani ETS – vuol dire che l’attività creativa attraverso i laboratori deve essere intesa come strumento metodologico, luogo mentale e fisico e, come affermava il maestro Munari, intramontabile amico della Fondazione, ‘pensare alla rovescia, creare affinità tra campi semantici diversi, mutare le coordinate di un oggetto’ per scoprire nuove possibilità, soprattutto nuovi punti di vista sulle cose, superando così i numerosi stereotipi che non ci abbandonano mai”.
Il CRAC è un’istituzione permanente al servizio del territorio. Interagendo con esso cerca di dar vita a un modello di vero e proprio “welfare culturale” che presuppone un principio fondamentale: la cultura è uno strumento per migliorare sostanzialmente la qualità della vita di ogni essere umano, incrementando ediversificando l’offerta culturale, che rappresenta una componente essenziale per far maturare un nuovo e diverso modello di sviluppo territoriale, sostenibile ed inclusivo.
L’Omaggio ai due maestri Carrino e Spagnulo ha, in questa prospettiva, valore simbolico e spirituale, perché sono stati tra i primi artisti a sostenere l’idea progettuale di questo presidio permanente. La mostra resterà aperta fino al 30 giugno.Tre le mostre realizzate in questo arco di tempo, vanno ricordate le personali di Guido Strazza, Ennio Tamburi, Carlo Lorenzetti, Gabriella Ciancimino, Daniel Spoerri, Ettore Sordini, Winfred Gaul, Bruno Ceccobelli, Michael Goldberg, Georges Noël, Oscar Piattella e le rassegne Diaspora del mito. La sponda ionica (Nicola Carrino, Claudio Costa, Stefano Di Stasio, Omar Galliani, Piero Pizzi Cannella, ecc.), Segni di luce. Il disegno come progetto (Carlo Bernardini, Giulio De Mitri, Paolo Scirpa e Massimo Uberti), Ceramica. Terraformata (Vittorio Corsini, Ugo La Pietra, Nanda Vigo, Antonio Violetta, ecc.), Memorie d’artista (Orlan, Lamberto Pignotti, Grazia Varisco, Arrigo Lora Totino, ecc.), Segni di pace. 24 presenze nell’arte contemporanea per una cultura della non violenza (Gianfranco Baruchello, Renato Mambor, Pino Pinelli, Wolf Vostell, ecc.), Opere&Opere. Omaggio a Mario Lodi (Pietro Fortuna, Marco Pellizzola, ecc.), Pier Paolo Pasolini: tempo presente. Cinque presenze nell’arte contemporanea (Fernando De Filippi, Gianluca Murasecchi, Pippo Patruno, ecc.), Hommage. Artisti che omaggiano artisti (Mimmo Conenna, Vettor Pisani, Antonio Paradiso, ecc.), Imago. Visioni inattese (Getulio Alviani, Pietro Coletta, Massimo Barzagli, Giulia Napoleone, Iginio Iurilli, Mauro Staccioli, ecc.), Urgenze urbane. L’arte che rigenera il territorio (Maria Mulas, Angelo Casciello, ecc.), Il respiro della libertà – In memoria della Resistenza (Franco Angeli, Enrico Baj, Luigi Bartolini, Gastone Novelli, Alik Cavaliere, Terry Atkinson, Peter Willburger, ecc.), Sculture in Campo. Progetti & Opere (Lucilla Catania, Vittorio Messina, Andrea Fogli, Paolo Grassino, Fiorella Rizzo, ecc.) e Relazioni possibili nel contemporaneo. Linguaggi interconnessi tra contaminazioni e sconfinamenti (Mario Schifano, Mimmo Paladino, Umberto Mastroianni, Robert Indiana, Piero Gilardi, Luca Maria Patella, Giulio Paolini, Man Ray, Toti Scialoja, Kengiro Azuma, ecc.). Sono stati coinvolti critici e storici dell’arte tra curatele, presentazioni e testimonianze: Renato Barilli, Bruno Corà, Massimo Bignardi, Aldo Iori, Luigi Paolo Finizio, Vittorio Rubiu, Giovanni Gazzaneo, Pietro Marino, Anna D’Elia, Alberto Mazzacchera, Roberto Lacarbonara, Alberto Zanchetta, Roberto Peccolo, Sara Liuzzi, Antonella Marino, Flaminio Gualdoni, Carmelo Cipriani, Lara Caccia, Massimo Iiritano, Cecilia Pavone, Margit Rowell, Cathérine Bédard, Federico Sardella, Luca Arnaudo, Anna Maria Panzera, Shara Wasserman, Greta De Marchi, Francesca Maria Menchinelli, Silvia Neri, Maria Carmela Viviano, Flavia Pankiewicz, Nicola Zito, Aldo Perrone, Enzo Ferrari, Leo Spalluto, Silvano Trevisani, Arturo Guastella, Furio Biagini, Vittorio De Marco, Annapaola Petrone Albanese, Lanfranco Aceti, Arturo Gastella e altri. Numerose anche le collaborazioni con enti e istituzioni nazionali e del territorio.
Programma dell’evento:
ore 18.00 – INAUGURAZIONE
Opere e documenti
di Nicola Carrino e Pino Spagnulo
ore 19.00 – INCONTRO D’ESPERIENZA
Saluti istituzionali
Giulio De Mitri, Presidente Fondazione Rocco Spani ETS
Introduzione
Pierangelo Putzolu, Direttore de “Lo Jonio”
Interventi
Roberto Lacarbonara, Critico d’arte e docente AA.BB. di Lecce
Silvano Trevisani, Scrittore e giornalista
Testimonianza
Annapaola Petrone Albanese
Coordinamento
Enzo Ferrari, Artista e giornalista
ore 20.00 – DIBATTITO PUBBLICO
sul tema “Arte Contemporanea a Taranto”.
In occasione del decennale il CRAC Puglia riserva ai partecipanti un omaggio grafico dell’artista Giulio De Mitri e una copia del volume Prime acquisizioni, opere per la Collezione permanente (Gangemi Editore, Roma, 2015).
Nicola Carrino (Taranto 1932 – Roma 2018), è stato il fautore della ricerca avanzata sull’utilizzo sociale dell’arte. Messosi in luce già nel 1962 a Roma con il Gruppo1, formato da cinque giovani artisti destinati a grande notorietà, seguiti dal critico tarantino Franco Sossi e sostenuti dal grande storico dell’arte Giulio Carlo Argan, fu invitato giovanissimo a esporre alla Biennale di Venezia, alla quale fu presente per altre tre edizioni, ritagliandosi uno spazio considerevole. Incaricato della realizzazione di monumenti e sculture in tutt’Italia e spesso inviato da istituzioni scientifici ed espositive all’estero, Carrino è stato antologizzato dalle maggiori gallerie, mentre “La Lettura”, il settimanale culturale del Corriere della Sera gli ha dedicato una copertina nel 2017. Ha insegnato scultura all’Accademia di Belle arti di Frosinone. Con la sua amata Taranto, con cui fu sempre in contatto, Carrino, cui anche Matera e Lecce avevano dedicato importanti retrospettive, non ha avuto rapporti sempre facili. Non solo per piazza Fontana, realizzazione che si presenta come eterna incompiuta semplicemente perché sempre priva di manutenzione e non funzionante, ma anche per il Bastione Marrese, alla cui ristrutturazione egli collaborò e dal quale è da tempo sparita il suo modulo scultoreo, del quale si può ancora vedere la base su cui era collocato. Per non parlare delle ellissi che si trovano nella facoltà di Economia aziendale e che sono state dipinta di giallo da giovani che ne ignoravano l’autore (per intonarla ai colori di facoltà) ed è in grave degrado.
Pino Spagnulo (Grottaglie, TA 1936 – Milano 2016), aveva appreso l’arte del tornio nella bottega paterna. Dopo la frequenza della Scuola d’arte si trasferì a Faenza, all’Istituto d’arte, dove restò dal 1952 al 1958 come allievo di Angelo Biancini. Passato a Milano frequentò l’Accademia di Brera. Assistente di Arnaldo Pomodoro e collaboratore di Nanni Valentini e Lucio Fontana, ha poi elaborando un proprio percorso che gli valse l’attenzione internazionale. Spagnulo, impegnato politicamente, aderisce alla protesta del 1968 che trova riscontro nei primi lavori in metallo, destinati agli spazi urbani. Ricordiamo che, più volte presente alla Biennale di Venezia, vinta nel 1972 alla prima partecipazione, e ad altre rassegne internazionali, celebrato in grandi musei come il Guggenheim di Venezia, per anni insegnò scultura all’Accademia di belle arti tedesca di Stoccarda. Proprio in virtù del successo che le sue mostre avevano riscosso in Germania. Sarà il ferro la materia che gli permetterà di esaltare la forza prorompente del suo linguaggio. Quella materia che, un po’ in continuità, un po’ in contraddizione con quanto sta avvenendo nella sua terra d’origine, esprime tutta la forza della modernità, le sue potenzialità e le sue criticità. Proprio l’acciaio è stato l’elemento che ha utilizzato nelle sculture monumentali che ha disseminato per la grandi città, compreso il monumento romano ai Caduti di Nassiriya “Foresta d’acciaio”, inaugurata nel 2008 nel Parco Schuster. A lui si deve la creazione della “Porta della luce”, il sepolcro dei vescovi di Prato, un’opera imponente posta nella cattedrale di Santo Stefano nel dicembre 2009. Nel 2010 la sua Grottaglie gli dedicò una sezione all’interno della Mostra della ceramica.
CRAC Puglia – Centro di Ricerca Arte Contemporanea
Fondazione Rocco Spani ETS – Ente giuridico riconosciuto
Ex Convento dei Padri Olivetani ( XIII sec. ) Centro storico – Corso Vittorio Emanuele II n. 17 – 74123 Taranto.
Info: www.cracpuglia.it – e.mail cracpuglia@gmail.com – Tel. 099.4713316 ple. 348.3346377