Giuseppe SPAGNULO
La Foresta D’Acciaio (Monumento Ai Caduti Di Nassiriya, Parco Schuster, Roma), Studio preparatorio, 2008
Carboncino su carta, 42×30 cm
“Il monumento ai caduti di Nassirya si trova nel Parco Schuster sulla via Ostiense presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura. Diciannove menhir come il numero dei militari italiani uccisi nell’attentato del 12 novembre 2003 nella cittadina irachena. Pino Spagnulo costruisce una “Foresta d’acciaio”, luogo spettrale, residuale, antiretorico. Diciannove blocchi di acciaio di circa otto tonnellate l’uno, verticali, in un ideale percorso casuale, difatti impervio e inospitale. Ma anche diciannove steli corrosi dall’usura dei millenni, carni e scheletri consunti eppure eterni nella loro gravità”.
Roberto Lacarbonara
“Nell’opera l’artista compie una trasformazione che ha a che fare con il “generare”: i materiali (ciò che è necessario per realizzare il lavoro, l’opera) devono diventare materia, devono cioè tornare alla loro origine prima, ad essere “mater”, ciò che costituisce la sostanza del mondo.”
Il fuoco “lavora” con l’artista, non è suo strumento ma alleato, seppure indocile e non gestibile agevolmente dall’artista, che lo indirizza ad un risultato. Sta all’abilità dell’artista governare, con sapienza antica, la forza mutevole, la potenzialità creativa di un elemento, il fuoco, capace di trasformazioni, profittando delle sue intrinseche qualità, di dinamicità ed energia.
[…]
Torri come ciminiere diroccate, ruote compatte dai riquadri dissestati, cubi e sfere ferite da profonde faglie, le forme di Spagnulo parlano di una potenza antica, quasi titanica, che pare scaturire dalla materia stessa, forza endogena racchiusa nel profondo della terra, come un terremoto le cui scosse telluriche, rapide ed improvvise, creano violente fratture nella materia. E lava rappresa pare la materia esuberante e sontuosa che si aggruma sui fogli porosi delle opere su carta di Spagnulo, nella quali la bidimensionalità viene come negata dal magma della materia pittorica che invade la superficie e conquista lo spazio.”
Silvia Evangelisti, Giuseppe Spagnulo, Ed. Vannucci Artecontemporanea, 2015





©Gianfranco Gorgoni @Parco Schuster, Roma, 2008
Archivio: #F23, #F23a