Gianluca MURASECCHI
Paradiso perduto, Progetto di installazione site specific per la Chiesa di S. Andrea degli Armeni, Taranto, 2015
Tecnica mista su cartoncino
Opera non realizzata
“Lo stato attuale del reale coincide, nel progetto di Gianluca Murasecchi, con quello terminale della “fine”. Una realtà generata dalla sua stessa caduta dunque, la precipitazione verticale da un’altezza assoluta ad una terra fredda, inospitale, rovinosa.
Attraverso una complessa evocazione dell’idea di “perfezione” nelle sue storiche implicazioni formali (nella scultura e nell’architettura) e spirituali (nella ricorrente riproposizione del tema della caduta dell’angelo), l’artista lavora ad un progetto disegnato per Sant’Andrea degli Armeni, la piccola chiesa rinascimentale nella città vecchia di Taranto. Nelle sue tracce perfettamente afferenti alla ritrovata classicità del XIV secolo e nella successiva definizione del carattere barocco di altare e stucchi, Murasecchi legge l’evoluzione di questa secolare reinvenzione del Paradiso, dove attraverso l’interrogazione della materia artistica (dai marmi alla pietra, dal legno policromo alle materie povere e a quelle sintetiche) l’uomo plasma morfemi e grafemi in grado di trattenere il flebile eco della divinità. Divenire umani è stato un movimento irreversibile che dallo stato di Grazia ha condotto alla forma impura del reale.
L’arte è l’unico indizio dell’Eterno che ci resta, l’unico percorso appena visibile di un Paradiso perduto”.
Roberto Lacarbonara
“Dimensione primigenia il Paradiso, dove i corpi perfetti delle creature nascono quali risultato del solo istinto, dell’incoscienza del non essere unico del perfetto esistere, calmi e regali come fiori. Le nostre occulte memorie corrono sempre là, a quella dimensione perduta, cercata in ogni respiro terreno, ambita in ogni unione, quella ambizione del divenire, liberati dai conti, dai conti alla rovescia, dal continuo dissolversi, capaci infine di risultare liberi da tutto perché ormai parte del tutto.
Le nostre radici si fondono in una continua riemersione di apparizioni, sparizioni, che siano esse anime incastonate in una bolla o l’epidermide policroma distesa sulle materie lignee delle effigi rugose, soccombenti ribelli al tempo.
Preme dentro la visione dell’istante che ha preceduto la nascita della coscienza, inutili orpelli necessari solo dall’atto di separazione con tutte le cose, progetto del remoto futuro, che è già stato il più remoto passato, al quale si torna spingendosi il più avanti che sia possibile. Oltre noi stessi, seguendo le illimitate direzioni della tentazione della conoscenza.
Gianluca Murasecchi
Archivio: #F16